Arte con la bocca: Mara Fantin artista di Abilityart

Come può nascere arte dipinta con la bocca

Intervista a Mara Fantin, artista di Abilityart che dipinge con la bocca.

Mara cosa significa per te dipingere ed essere un'artista?

Essere un artista secondo me vuol dire riuscire a esprimere la propria personalità per far cogliere un messaggio o una sensazione. Utilizzando semplicemente i colori i risultati possono essere incredibili.    

Prima di iniziare a dipingere eri già una creativa? 

Prima di iniziare a dipingere avevo provato a scrivere poesie, racconti per bambini, fare arte digitale, ma nessuna di queste forme artistiche mi soddisfava totalmente, mi mancava sempre qualcosa.

E quindi come nasce il tuo approccio alla pittura?
Alle scuole medie i professori mi hanno fatto conoscere l’arte digitale, utilizzavo programmi molto semplici perché con tutti i miei movimenti involontari credevano fosse l’unica forma d'arte possibile per me. Per molti anni ho proseguito da autodidatta. Un giorno però ho visitato una mostra di persone che dipingevano con la bocca, ed ho stretto così i primi contatti con l'associazione dei pittori che dipingono con la bocca o con il piede. Dal 2019 ho iniziato a farne parte come borsista.

Anche se sei con Abilityart e la VDMFK da un tempo relativamente breve, che sensazioni hai avuto fino ad ora?

Non sono molti anni che faccio parte di questa bella Associazione ma già posso dire di essere grata di questa opportunità e di aver avuto scambi importanti con più di un collega artista. Mario Barzon mi ha avvicinata a questa realtà, Roberto Zomero mi ha dimostrato che anche con le distonie si può dipingere, Guido Chinello mi ha aiutata a capire come gestire la burocrazia, Santina Portelli mi ha dato degli accorgimenti su come usare lo spettro dei colori anche per correggere eventuali errori dovuti alle mie condizioni. Sono stati tutti molto presenti e disponibili.

In che modo trovi la tua ispirazione?

Trovo le mie ispirazioni dagli avvenimenti della vita, ascoltando qualche canzone e immaginando di rappresentarla su tela, oppure cerco di farmi ispirare dalla bellezza della natura.

Se dovessi esprimere una preferenza: in che periodo artistico avresti voluto vivere e perché?

Non sono una grandissima esperta di storia dell’arte, ma un periodo che mi ha affascinato fin dai tempi della scuola è stato il Post Impressionismo con Van Gogh, Cézanne, Seurat, Gauguin quando fu introdotta la tendenza a cercare la solidità dell’immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore.

Cosa ti ha dato l'arte?

La pittura mi ha dato la voglia di mettermi in gioco, di rimettermi a studiare l’arte dalle basi, ora riesco ad apprezzare maggiormente un'opera. Pian piano sto cercando nel mio piccolo di trasferire le mie emozioni sulla tela per farmi conoscere dalla gente; affinché possano capire che anch’io, con tutte le mie difficoltà, posso fare qualcosa di bello ed importante.  

Il mondo nel quale viviamo da abbastanza spazio all'arte?

Viviamo in un mondo molto frenetico e stiamo perdendo l’abitudine di fermarci ad osservare. A volte stiamo assieme ad una persona e quando ce ne andiamo non ci ricordiamo nemmeno di che colore aveva il maglione.  Un’opera d'arte ha bisogno di tranquillità per essere apprezzata e capita. Sto notando per esempio che si cercano di più i soggetti di immediata comprensione rispetto al classico paesaggio con più particolari. L'arte deve evolversi con i tempi e chi la esegue dovrebbe cercare di intuire che cosa può attirare l’interesse della gente.

Prima ci parlavi del tuo percorso artisti e hai menzionato l'arte digitale, cosa ne pensi? Può essere considerata arte?

Non posso dire che non sia arte perché per molti anni mi ha dato delle soddisfazioni. Però ora la paragonerei a un’arte a metà, più fredda, in quanto con il digitale devi rinunciare a molte sfumature e al calore, che solo  il segno delle pennellate può trasmettere.

Quali sono i tuoi interessi oltre la pittura?

Oltre a dipingere mi diverto a creare calendari con fotomontaggi, mi dedico alla lettura, e continuo a scrivere.

Che impatto ha avuto la tua famiglia nel tuo percorso artistico?

La mia famiglia ha sempre cercato di darmi il meglio e tutt’ora lo fa. Nel campo artistico mia sorella è molto importante in quanto mi è sempre vicina quando dipingo. La mia insegnante di pittura poi ha saputo trasmettermi le basi giuste per farmi amare sempre di più la pittura. Devo anche ricordare un carissimo amico che mi ha sempre aiutata ad accettare i miei limiti e mi ha insegnato a non arrendermi, a lottare sempre a testa alta, senza nascondermi dietro le mie difficoltà.

Quando sei riuscita ad accettare le tue difficoltà e che obiettivi ti hanno aiutato in questo?

La mia vita ha molti momenti importanti, ma compiuti i 20 anni sono riuscita ad accettare totalmente il mio handicap. Sono riuscita a conseguire la maturità, ho visto il mio primo quadro ad olio finito, ed ho potuto vedere la gente visitare la mia prima mostra personale apprezzando le mie opere. Tutto questo è il risultato del mio lavoro e del mio percorso personale.

Chiediamo a te come ai tuoi colleghi se hai profili social, magari qualcuno che ci legge ha piacere di seguirti.

Non mi considero esperta dei social. Ho una pagina Facebook per tenermi in contatto con il mondo, vista la mia difficoltà a viaggiare, ma non sono una persona che ama particolarmente social, li vedo come uno strumento utile per dare visibilità alle mie opere.

Quali sono le cose importanti per cominciare a dipingere come hai fatto tu?

Consiglio di non arrendersi alle prime difficoltà e di provare varie tecniche per capire che cosa riesce meglio. Non trovo saggio voler a tutti i costi fare qualcosa che non riesce. Nel mio caso, per portare un esempio, sto notando di non essere portata nel dipingere fiori, quindi mi sto dedicando ad altro.

Domande rapide: colore preferito? Artista preferito? Genere musicale preferito? Film preferito?

Il rosso e il verde, Van Gogh, la musica leggera e la musica new age, Pretty Woman.

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